Storie di matti by Arianna Porcelli Safonov

Storie di matti by Arianna Porcelli Safonov

autore:Arianna Porcelli Safonov [Porcelli Safonov, Arianna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Humor, General, Fiction, Humorous, Psychological
ISBN: 9788893252508
Google: QF8qDwAAQBAJ
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2017-07-12T22:00:00+00:00


Se non ce la fai più e senti che tutto il mondo è contro di te, mettiti a testa in giù.

Se ti viene in mente di fare qualche pazzia, falla.

HARPO MARX

Voghera

Se sei di Roma, di New York, di Porto San Giorgio, di Matera o di Dubai non te lo spieghi.

Se sei di qualunque altro posto e non di Voghera e ci capiti, te lo chiedi.

Non trovi il motivo per cui Voghera sia stata pensata, fondata e costruita se non per essere un enorme autogrill, un crocevia di scambi commerciali che un po’ se ne frega di come stiano i suoi cittadini, perché tutto è avvenuto per caso.

Non si può nascere e morire a Voghera.

Occorre andarsene, bisogna salvarsi dagli hangar delle fabbriche di valvole, dai laboratori di cemento, dalle palazzine finto liberty, dalle signore col filo di perle e dai pettegolezzi.

Voghera è lì da chissà quanti anni, con gli snodi mercantili nel sangue, con Genova che la usa da sempre come magazzino e con lo sguardo servile su Milano, pronto ad accontentarla in qualsiasi suo prurito.

Certa gente di Voghera ha un bisogno senza controllo di dimostrare il proprio benessere attraverso oggetti e abitudini che nelle altre città sono superati e vetusti da anni.

Eppure Voghera ha un guscio che poche città conservano, un sottosuolo che non immagineresti mai.

Una quantità di monumenti abbandonati che dormono da anni, inutilizzati, dimenticati e affascinanti da togliere il fiato.

Una gigantesca parte dell’ex caserma della Cavalleria, con i suoi corridoi mastodontici che ti fanno fare capriole e tuffi carpiati in un passato imperiale, come il castello, per dirne uno.

E poi Lui.

83.000 metri quadri di marmo, ferro, sussurri e grida.

La struttura neoclassica tra le più grandi d’Europa per accogliere alienati, folli ed eredi scomodi.

Il manicomio di Voghera è un motore spento dagli anni Settanta grazie o per colpa della legge Basaglia, ma i suoi muri sembrano ancora vivi, fatti di carne, bocche e salivazioni ansiose.

è un posto dove venivano internate e chiuse col chiavistello persone da tutta Italia, ma soprattutto e specialmente dalle zone limitrofe a Voghera, contesti rurali e pseudo borghesi che trasudavano ignoranza e cattiveria.

All’interno del manicomio c’è una città che dorme: la chiesa, le vecchie botteghe, i sotterranei per i trattamenti più impegnativi, le sbarre per tenere in prigione chi non aveva commesso alcun crimine, letti e muri con sopra disegni ancora visibili, che sembrano fatti da bambini e invece no.

All’interno respiri rabbia repressa e tutta l’ipocrisia della cosiddetta famiglia.

La famiglia: la causa di ogni terreno fertile per la semenza della follia.

Il germe stesso del tradimento, del disagio inascoltato e represso.

La famiglia ha lo stesso potenziale delle armi chimiche.

Cosa sono le famiglie se non cellule sparse su tutti i territori con la spaventosa capacità di poter cambiare il mondo nel bene e nel male, nel giro di un ventennio?

La maggior parte delle persone che venivano accompagnate nel gigante esperto di sanità mentale era costituita da elementi ritenuti scomodi, e una città con dentro questo tipo di fortezza trincerata non può non restarne contaminata.

Voghera ha un colossale



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